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Barcellona tra sogni di espansione e ostacoli di calendario: l’amichevole in Perù resta in bilico

1 novembre 2025

Barcellona tra sogni di espansione e ostacoli di calendario: l’amichevole in Perù resta in bilico
Barcellona tra sogni internazionali e problemi di calendario: l’amichevole in Perù resta incerta.

Proposta e ostacoli organizzativi

Il Barcellona sta valutando la possibilità di disputare una amichevole in Perù il 22 dicembre 2025, con un potenziale incasso di circa 7-8 milioni di euro, ma la questione è complicata dalle regole della Liga e dalla pausa invernale che impongono riposi e finestre di calendario per i giocatori.

Calendario, accordi e condizioni

Secondo Diario sportivo spagnolo, la dirigenza ha già contattato la Liga e l’associazione dei calciatori spagnoli per studiare la fattibilità senza violare le norme. Barça punta a far coincidere l’appuntamento con l’ultima partita prima della sosta natalizia contro il Villarreal, inizialmente prevista a Miami il 20 dicembre, e successivamente spostata allo stadio La Cerámica.

Si punta a mantenere quella data per partire direttamente verso Perù dopo l’incontro, disputando la amichevole al Monumental contro una nazionale emergente del campionato peruviano. Per realizzarla serve però un nulla osta ufficiale da La Liga e dalla federazione spagnola, oltre all’offerta formalizzata dall’organizzatore peruviano che confermi la serietà della proposta.

In parallelo, Barça deve garantire il rispetto dei diritti dei giocatori legati alla pausa invernale: l’accordo collettivo richiede giorni di riposo minimi, il che complica la logistica poiché la prossima gara casalinga contro l’Espanyol è fissata per i primi giorni di gennaio e richiede un rientro agli allenamenti cinque-sei giorni prima.

Nonostante le complicazioni, il club mantiene l’opzione in prima linea per l’impatto economico atteso; resta però possibile spostare la partita a data successiva se l’accordo tra le parti non dovesse arrivare in tempo, trasformando la trattativa in una delicata bilancia tra guadagni potenziali e vincoli organizzativi.

Idea vecchia

Pur avendo fallito il trasferimento di Barcellona–Villarreal a Miami in questa stagione, va ricordato che l’idea di disputare una partita della Liga all’estero non è nuova. Nel 2018 Radi had tentato Rel, una trattativa per Girona–Barcellona a Miami, che non si concretizzò per il veto della FIFA. Ci sono state altre prove tra Barcellona–Atletico Madrid o Villarreal–Real Sociedad in stagione passate, ma senza esito.

Dopo molte interlocuzioni, il presidente della Liga, Javier Tebas, era a un passo dall’autorizzazione, contando sul sì dell’organizzatore concacaf per organizzare l’inizio di una manifestazione con attività commerciali e promozionali a Miami. Il progetto è stato però sospeso all’uscita pubblica del 6 ottobre, quando UEFA ha definito “eccezionali” alcune partite negli Stati Uniti o in Australia, ma ha insistito sul mantenimento della dignità delle competizioni nazionali e sull’equilibrio tra le opportunità globali e la regolamentazione interna.

Nell’annuncio ufficiale, La Liga ha espresso rammarico per la cancellazione dell’evento, sottolineando che sarebbe stato un passo storico per l’internazionalizzazione del calcio spagnolo e per l’immagine dei club e dei giocatori. Inoltre, ha evidenziato che il piano avrebbe generato tra i 5 e i 6 milioni di euro di incassi per Barcellona e Villarreal, e che rinunciarvi limita la possibilità di ampliare le risorse del calcio spagnolo rispetto alle grandi competizioni europee.

In seguito, si è acceso un coro di critiche a Villarreal: i dirigenti hanno ritenuto la Liga poco preparata e mancante di una visione. L’allenatore Marcelino García Toral ha detto apertamente di non ritenere corretto che la Liga emettesse un comunicato mentre si era in corsa la partita, e i tifosi hanno visto un presidente visibilmente contrariato chiudere una telefonata per manifestare la frustrazione dopo la debacle del progetto.

In chiusura, La Liga ha confermato che l’iniziativa sarebbe potuta restare attiva solo con la conferma ufficiale dall’organizzatore peruviano e con l’allineamento di calendario, con l’obiettivo di non compromettere il piano sportivo o la gestione delle ferie.

La discussione resta aperta, con la consapevolezza che l’economia del calcio internazionale viaggia spesso a colpi di trattative e di sogni di espansione, ma pure di clip di calendario e di accordi sindacali che possono spegnere progetti belli e ambiziosi.

Alla fine, non resta che una domanda: la barba di Tebas o la zafferano della Federazione? Il vero ingrediente segreto sarà sempre l’equilibrio tra soldi, regole e sport.

Punchline 1: Se l’amichevole in Perù va in porto, il Barça potrebbe chiedere di giocare anche in bagno con i vestiti di gala: così si risparmia sul guardaroba del viaggio.

Punchline 2: Se non funziona, almeno la Liga avrà imparato che l’arte di contare soldi è meno difficile dell’arte di contare ferie.

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Karim Lejaffa

Sono Karim Lejaffa, giornalista sportivo francese nato nel 1997. Appassionato di astronomia, scultura su pietra e danza contemporanea, condivido con entusiasmo la mia visione sensibile dello sport.

Domande frequenti

Qual è l’obiettivo della proposta di Barcellona per la partita in Perù?

L’obiettivo è disputare una amichevole il 22 dicembre 2025 per generare guadagni significativi (circa 7-8 milioni di euro) pur rispettando le regole della Liga e i periodi di ferie dei giocatori.

Quali ostacoli principali devono superare Barça e l’organizzazione?

È necessario ottenere l’autorizzazione ufficiale di La Liga e della federazione spagnola, allineare il calendario con la partita contro il Villarreal e garantire i giorni di riposo dei giocatori senza compromettere il programma di gennaio.

Qual è la storia di tentativi simili in passato?

Non è la prima volta che si prova a giocare all’estero: nel 2018 fu tentata una sfida a Miami tra Girona e Barcellona; successivamente ci sono stati tentativi simili nel 2019-2020 e 2023-2024 tra Barcellona, Villarreal e Atletico Madrid, senza però andare a buon fine.