Calcio balcanico: dimissione lampo dell’allenatore serbo dopo lo choc Albania
12 ottobre 2025

Contesto storico
La rivalità tra Serbia e Albania va oltre il campo: radici politiche e storiche legate a Kosovo e alla regione balcanica hanno spesso acceso le emozioni degli appassionati. Sabato sera, nella cornice delle qualificazioni europee per il Mondiale 2026, la Serbia viene sconfitta dall Albania per 0-1 a Leskovac, e l allenatore Dragan Stojković decide di rassegnare le dimissioni.
Stojković, noto come Piksi, ha introdotto la sua gestione della nazionale nel 2021 dopo esperienze in Asia e in patria. Durante la conferenza stampa ha ammesso la responsabilità per il risultato e ha annunciato che non volerà in Andorra per guidare la squadra nella prossima gara.
Il tecnico, che ha 60 anni, ha guidato in passato Nagoya Grampus e Guangzhou R&F e ha debuttato come allenatore della Serbia dopo una lunga carriera da giocatore internazionale tra Yugoslavia e Serbia. La sua storia da giocatore include 84 presenze con la Yugoslavia/Serbia tra il 1983 e il 2001.
La Serbia è attualmente terza nel Gruppo 11 delle qualificazioni, dietro Inghilterra e Albania. Si ipotizza che Veljko Paunović possa prendere il posto di Stojković, anche se nulla è stato ufficializzato al momento.
La partita è stata spostata da Belgrado a Leskovac su richiesta della federazione serba per motivi di sicurezza, un tema ricorrente nelle sfide tra le due nazioni a causa della cornice politica che accompagna gli incontri.
Arena politica e sportiva
La storia tra Serbia e Albania è tra le più complesse d Europa: il Kosovo resta al centro di una disputa politica internazionale ed ha alimentato trepidazioni anche sul piano sportivo. L episodio più noto resta l incidente del drone del 2014, quando una piccola aeronave portava una mappa dell Albania Grande durante una partita tra le due nazionali, provocando sanzioni e tensioni tra i due paesi.
La UEFA ha gestito le conseguenze di quegli eventi con misure severe, includendo sanzioni e gare disputate in condizioni di sicurezza estreme. In seguito, la CAS ha ribaltato una decisione iniziale assegnando la vittoria all Albania 3-0, confermando l importanza di sicurezza e controllo durante incontri delicati.
Da quel momento, ogni gara tra Serbia e Albania viene affrontata con ridotte presenze di pubblico e con un livello di attenzione superiore, spesso in stadi neutri o con severe limitazioni. L eredità del conflitto si riversa anche sugli incontri di livello di club, rendendo il derby balcanico una verifica non solo sportiva ma anche politica.
Il 7 giugno 2025, Serbia e Albania si sono comunque incontrate a Tirana nell ambito delle qualificazioni Mondiali 2026, terminando 0-0 senza incidenti rilevanti, considerato un segnale di progressiva deescalation e di capacità organizzativa per future collaborazioni sportive transfrontaliere.
A dicembre 2024 inoltre erano giunte sanzioni contro la federazione serba per comportamenti di alcuni tifosi, inclusa la minaccia di bruciare simboli albanesi, con parti dello stadio chiuse e ammende pecuniarie. In parallelo, una proposta di coorganizzazione di un Europeo under 21 nel 2027 tra Albania e Serbia testimonia l impegno istituzionale verso la distensione.
La contesa tra Serbia e Albania resta una delle più cariche di tensione in Europa, ma l evoluzione degli ultimi anni lascia intravedere una strada verso una convivenza sportiva più serena, pur mantenendo viva la memoria storica degli eventi passati.
Conclusione: il calcio balcanico continua a riflettere crisi, diplomazia e sogni di normalità, dimostrando che lo sport può essere una leva per superare vecchie frizioni, ma solo se le parti mantengono la volontà di dialogare e di rispettare regole comuni.
Punchline 1: Se la tensione tra Serbia e Albania fosse un pallone, sarebbe già fuori dal campo da tanto tempo, ma in Balcani la palla sembra avere il passaporto.
Punchline 2: E se la diplomazia avesse tempi supplementari, qui non finiremmo mai di giocarla: speriamo che la chiamata del fischio sia per la pace e non per un rigore contro di noi.