Codice verde: come l'Arabia Saudita ha scritto il passaporto per il Mondiale 2026
16 ottobre 2025

Il cammino verso il Mondiale 2026
Non è stato un caso: la nazionale saudita ha raggiunto il Mondiale 2026 grazie a un lavoro di squadra e a momenti di talento che hanno illuminato le fasi decisive delle qualificazioni. La squadra ha dimostrato coesione, lucidità tattica e una fame di riscatto che ha fatto quasi tremare gli avversari, con un senso di determinazione che si è visto a ogni fallo subito e a ogni contropiede orchestrato.
La conquista è arrivata nel finale; l'Arabia Saudita ha chiuso il percorso asiatico con un pareggio senza reti contro l'Iraq, chiudendo al primo posto nel gruppo e totalizzando 4 punti. Il risultato ha confermato la solidità difensiva e l'efficacia offensiva del collettivo, oltre a sottolineare l'autorevolezza della guida tecnica e della rosa disponibile.
L'Arabia Saudita ottiene così il settimo accesso al Mondiale, proseguendo una tradizione che aveva visto protagonisti i reparti verdi nelle edizioni passate (1994, 1998, 2002, 2006, 2018 e 2022). Il successo rafforza la posizione del paese come protagonista storico nel calcio asiatico e ribadisce la sua ambizione di competere ai massimi livelli globali.
Nel percorso di qualificazione si sono distinti interventi decisivi di squadra, ma anche di singoli che hanno segnato la differenza nei momenti chiave. Il gruppo ha mostrato carattere, capacità di restare lucido e una voglia di presentarsi al Mondiale con una formazione pronta a dare battaglia in ogni ruolo.
Di seguito, i volti che hanno contribuito in modo determinante a trasformare la pressione in vittoria e a tracciare la rotta verso il sogno di USA-Canada-Messico 2026.
Firas al-Breikan
L’attaccante di Al-Ahli Jeddah ha guidato l’offensiva saudita, dimostrando equilibrio tra rapidità, acume e finalizzazione. La sua doppietta decisiva nella sfida di Gjeddah ha aperto le porte al trionfo e ha fornito la conferma che la sua stagione è cresciuta in collezione e importanza per la squadra nazionale.
Al-Breikan si è distinto per determinazione, capacità di creare azioni pericolose e per la freddezza dal dischetto. Il suo rendimento è stato valutato tra i migliori della partita, con una partecipazione attiva a conclusioni e opportunità da rete che hanno scacciato i fantasmi di qualche finalizzazione mancata in passato.
Salah Abu al-Shamat
All’esordio ufficiale con la maglia verde, Abu al-Shamat ha fornito una prova convincente, segnando su punizione e offrendo un secondo elemento di imprevedibilità nelle traiettorie offensive. La sua profondità di gioco e la presenza tra le linee hanno creato problemi agli avversari e hanno fornito nuove soluzioni all’azione d’attacco.
La rete decisiva, combinata con l’assist per le opportunità successive, ha generato una valutazione positiva da parte degli analisti, sottolineando come la sua presenza possa diventare una risorsa costante per le qualificazioni future. L’impatto dell’esordiente ha alimentato fiducia nei compagni e in tifosi, aprendo scenari interessanti per la stagione a venire.
Hassan Tambakti
Nel cuore della difesa, Tambakti ha offerto serietà e tempismo, chiudendo gli spazi agli avversari e guidando la linea con una lettura tattica impeccabile. In momenti di pressione ha saputo trasformare le situazioni singole in sicurezza per la squadra, intercettando palle pericolose e guidando i compagni in fase di non possesso.
La sua presenza ha avuto una ricaduta positiva anche sul ritmo della linea difensiva, aiutando a mantenere la porta inviolata durante i tratti decisivi. Tambakti ha dimostrato di essere un pilastro in grado di resistere alla prova del tempo e di offrire leadership anche in contesti importanti e snodi di stagione.
Nawaf Al-Aqidi
Il portiere di una squadra di vertice ha mostrato riflessi pronti e sangue freddo negli ultimi minuti, impedendo segnature che avrebbero potuto cambiare le sorti della qualificazione. Al-Aqidi ha parato una conclusione potente all’ultimo secondo, preservando il pareggio e mantenendo vivo il sogno Mondiale per i sauditi.
La sua presenza tra i pali ha dato sicurezza al reparto difensivo e ai compagni di linea, alimentando un ciclo positivo che ha contribuito a trasformare la pressione in prestazione. La sua reattività e la calma nel gestire la palla alta hanno rappresentato una chiave fondamentale della fase decisiva.
Salem Al-Dosri
Il capitano ha dominato in qualità di leader tecnico e morale, unendo precisione nelle scelte e presenza costante sui momenti critici. Al-Dosri ha guidato la manovra offensiva, orchestrato i movimenti tra centrocampo e attacco e valorizzato ogni occasione creando spazi e soluzioni per i compagni.
La sua leadership ha sintetizzato l’atteggiamento della squadra, capace di restare competitiva e concentrata anche di fronte alle difficoltà. In questa stagione ha ulteriormente consolidato la sua posizione di riferimento per il gruppo e la nazione, contribuendo all’emergere di una nuova era per la nazionale saudita.
In chiusura, la qualificazione rappresenta un traguardo storico ma anche un punto di partenza: il Mondiale 2026 vedrà l’Arabia Saudita confrontarsi con le migliori nazionali del mondo. La squadra arriva al torneo con una combinazione di talento, disciplina e ambizione che, se mantenuta, può aprire strade interessanti verso nuove conquiste.