Djokovic eguaglia Federer nelle finali: Alcaraz ammette la superiorità di Sinner
19 ottobre 2025

Djokovic eguaglia Federer e si avvicina al bersaglio Torino
Il serbo Novak Djokovic ha toccato un nuovo punto di storia sportiva: ha eguagliato Roger Federer nel numero di finali disputate alle Finali ATP, raggiungendo quota 18. La conferma è arrivata grazie a una combinazione di risultati nei tornei di Basilea e Vienna, consentendo a Djokovic di garantirsi uno dei posti nelle Finali di fine stagione 2025 a Torino.
Si tratta dell’ottava partecipazione consecutiva alle Finali per Djokovic, che da esordio nel 2007 a 20 anni non è mancato mai all’appuntamento, fatta eccezione per l’edizione del 2017 a causa di infortunio. Tra i protagonisti della stagione, Djokovic ha chiuso raggiungendo una posizione di rilievo nelle tornei più importanti e rafforzando la sua presenza nel circuito.
La stagione di Djokovic, i record e il futuro
Una delle imprese chiave della stagione è stata la conquista del centesimo titolo ATP, celebrata al Geneve Open. Con questa vittoria, Djokovic entra nel ristretto club dei pochi avversari ad aver toccato tale cifra, posizionandosi accanto a Jimmy Connors (109 titoli) e Roger Federer (103 titoli).
Dal punto di vista dei Major, il serbo ha proseguito una marcia nota per costanza: ha raggiunto almeno una semifinale in ciascuno dei quattro Grandi Slam (Australian Open, Roland Garros, Wimbledon, US Open) nella stessa stagione, un traguardo che riflette la sua incredibile continuità a 38 anni. Inoltre, il 2025 lo ha visto anche in finale a Miami (Master 1000) e tra i protagonisti a Shanghai e in altre manifestazioni importanti.
Sulla strada verso Torino
Questo percorso gli ha garantito l’accesso all’Mese di novembre, con le Finali Nitto ATP di Torino sul piatto, in programma dal 9 al 16 novembre. Djokovic è arrivato all’appuntamento con l’abitudine di vincere e la voglia di scrivere nuove pagine, pur sapendo che la concorrenza resta agguerrita.
Un piccolo passo indietro: l’epilogo a Riyadh
Durante la seconda edizione del Six Kings Slam, a Riyadh, Djokovic ha dovuto rinunciare al match per il terzo posto contro Taylor Fritz, provocando una sconfitta sul campo e una breve scusa pubblica da parte del serbo: “Mi dispiace, la prima frazione è stata molto dura, una delle partite più lente della stagione, ma tornerò l’anno prossimo se sarete sempre così calorosi.”
Questo episodio è avvenuto mentre la condizione fisica e le condizioni meteo hanno influito sulle partite all’aperto, costringendo i giocatori a dosare energie e lucidità in tornei molto impegnativi dal punto di vista ambientale.
Alcaraz e la confessione su Sinner
Nel medesimo contesto, Carlos Alcaraz ha ammesso la superiorità di Yannick Sinner dopo la finale persa 6-2, 6-4. Secondo l’iberico, Sinner ha giocato a un livello molto alto, non gli ha dato possibilità di spezzare il ritmo e ha reso la partita estremamente intensa. Dal punto di vista tattico, Alcaraz ha riconosciuto che Sinner è stato impeccabile nei servizi e nelle risposte, lasciando poco spazio al suo gioco.
«Giocare contro Sinner ti mette sotto una pressione molto alta, soprattutto al servizio e nel ritorno», ha dichiarato Alcaraz in un’intervista a Marca. Non è mancato il pensiero sull’evoluzione personale: rimane l’obiettivo di conservare la posizione numero uno e di conquistare altri titoli del Grande Slam, anche se il cammino resta molto impegnativo.
Numeri e prospettive per l’ultima parte della stagione
Non mancano i riferimenti agli obiettivi di lungo periodo: Alcaraz è definito dal giovane talento come una delle figure chiave per il futuro, con l’ambizione di portare a casa più titoli del Grand Slam possibile. Si sottolinea anche l’importanza del record di settimane al numero uno, che è stato superato dai grandi campioni in passato e che continua a rappresentare una cartina di tornasole delle carriere ai massimi livelli.
Da segnalare che, nonostante l’età giovane, Alcaraz ha già dimostrato una capacità di controllo mentale e fisico che lo rende uno degli avversari più temuti nel panorama contemporaneo, soprattutto sui campi indoor dove i tiri si rendono difficili e la preparazione è cruciale per la gestione delle partite.
Racconto delle cifre e degli obiettivi
Allo stesso tempo, Alcaraz ha dichiarato di mirare a battere ulteriormente il record di Grand Slam, riconoscendo che il percorso non è semplice, ma che con la determinazione giusta si possono superare ostacoli notevoli. Riguardo ai tempi di permanenza al vertice, ha espresso ammirazione per Djokovic, definendolo un fenomeno che ha saputo restare al top per un periodo incredibile, con oltre 400 settimane in cima al ranking.
In conclusione, la stagione promette scintille per Torino e oltre: la scena è pronta, il pubblico è curioso, e i protagonisti hanno già iniziato a tracciare le linee della sfida che verrà. E se gli applausi non bastano, qualche battuta leggera all’uscita non guasta mai: due battute taglienti, una volta lanciate tra i palazzi del Foro Italico, fanno girare la testa ai record… e ai piccioni del parquet.
Punchline 1: Se i record avessero la nostalgia, Djokovic resterebbe al primo posto anche solo per il ricordo di se stesso. Punchline 2: Se Alcaraz potesse incidere i propri sogni su una racchetta, probabilmente partirebbe dall’inviare Sinner a scuola di resistenza.