Premio sorprendente: perché l'arbitro Ahmed Al Ali è stato celebrato dopo Arabia Saudita-Indonesia
18 ottobre 2025

Contesto e motivazione del riconoscimento
La Federazione Kuwaitita di Calcio ha comunicato il motivo del riconoscimento a Ahmed Al Ali, l’arbitro che ha diretto la gara di spareggio tra Arabia Saudita e Indonesia nel percorso asiatico verso il Mondiale 2026 negli Stati Uniti, in Canada e nel Messico. Nonostante le critiche mosse da alcuni sostenitori sauditi, la federazione ha sostenuto che la direzione di una partita così delicata merita apprezzamento pubblico e ufficiale.
La partita si è conclusa con una vittoria 3-2 per l’Arabia Saudita, ma è stata descritta come una delle sfide più sensibili degli ultimi anni nel calcio asiatico, con decisioni che hanno alimentato discussioni tra i tifosi di entrambe le latitudini.
Non si tratta di provocazione
Il presidente Ahmed Al-Youssef ha spiegato in televendita che ogni arbitro può fare errori, ma ha visto in Al Ali un controllo impeccabile di una sfida estremamente complessa. Secondo lui, i quadri arbitrali kuwaitiani hanno gestito al meglio una partita ad alto rischio perentorio.
Ha aggiunto: “L’Indonesia è tra i paesi islamici più popolosi, affronta una squadra saudita che ha già partecipato a sette Mondiali; era una partita molto sensibile e delicata”.
Seguendo le proprie idee, il presidente ha detto di aver atteso il giorno successivo per ascoltare le valutazioni di vari esperti non solo sauditi, dimostrando apertura al dibattito globale sull’arbitraggio.
Decisioni arbitrali e reazioni
Riconosce che parte della critica sia stata rivolta all’arbitro, ma afferma che la maggioranza degli analisti sauditi, tra cui alcuni pensatori di spicco, ha riconosciuto l’impegno e la qualità della gestione della partita.
Il presidente Al-Youssef ha anche riferito che si è messo in contatto con autorità arbitrali di tutto il mondo, che hanno ricordato come questa sia tra le sfide più difficili delle qualificazioni. L’obiettivo è sempre quello di elevare lo standard del calcio asiatico, senza alimentare conflitti tra paesi vicini.
In merito alle dinamiche post-match, è stato sottolineato che l’arbitro ha mantenuto una posizione neutrale, e che la questione non mira a provocare una rivalità tra Kuwait e Sauditi, ma a valorizzare l’operato degli ufficiali di gara.
La federazione ha espresso gratitudine anche ai collaboratori: assistenti, quarto uomo e il reparto VAR, riconoscendo la loro competenza nel gestire una match così delicato.
“Se la valutazione fosse stata negativa, lo avremmo detto, ma la Direzione ha agito con professionalità”, ha sintetizzato Al-Youssef, ribadendo l’impegno per il miglioramento della gestione del calcio kuwaitiano nel futuro.
Le controversie e le dinamiche post-partita
Tra i temi discussi, le decisioni contestate includono due rigori assegnati all’Indonesia e uno alla Saudi Arabia, tutti attraverso l’uso della tecnologia di assistenza video. L’episodio più discusso è stato l’espulsione di Mohammed Kano nei minuti finali, dopo due ammonizioni ravvicinate, che ha cambiato l’inerzia della gara e ha tenuto alta l’attenzione sul ruolo dell’arbitro in condizioni di alta pressione.
La conseguenza immediata è stata l’indisponibilità di Kano per la partita successiva contro l’Iraq, in una fase molto combattuta delle qualificazioni. Nonostante la sanzione, la discussione sull’arbitraggio è proseguita oltre il fischio finale, con ex calciatori e tifosi che hanno fornito giudizi contrastanti sull’operato del direttore di gara.
Spiccata è stata la voce di Yasser Al-Qahtani, ex stella saudita, che ha criticato la gestione delle decisioni ma ha anche riconosciuto la gestione della partita da parte del direttore, evidenziando come l’attenzione fisica e mentale dei giocatori sia stata la chiave della sfida.
Herve Renard, allenatore della nazionale saudita, ha rifiutato di attaccare direttamente l’arbitro, scegliendo una linea di prudenza: “Quando sei allenatore, puoi parlare con l’arbitro in modo acceso, ma non è utile commentare sull’arbitraggio in questa fase”; una posizione che evidenzia la diplomazia sportiva come parte integrante della gestione della pressione.
In contrapposizione, Patrick Kluivert ha elogiato lo staff arbitrale, ritenendoli all’altezza della sfida e minimizzando la necessità di criticare l’operato arbitrale in questa partita.
Questa varietà di reazioni ha acceso ulteriori dibattiti su come l’arbitraggio possa influenzare le qualificazioni mondiali e su come i commenti pubblici possano influire sul clima tra nazioni in regioni già complesse da gestire.
Riflessioni finali
La federazione kuwaitiana ha riaffermato l’impegno a sostenere sia i propri ufficiali sia i colleghi internazionali, dichiarando che il lavoro e la dedizione della squadra arbitrale meritano riconoscimenti. Non si tratta solo di una singola partita, ma di un processo di miglioramento continuo che coinvolge federazioni, giocatori e tifosi.
In chiusura, l’episodio dimostra quanto sia importante la fiducia nel corpo arbitrale per garantire spettacolo e competizione leale, anche quando la pressione è alta e gli occhi del mondo sono puntati su di te.
Due battute per chiudere sul tono giusto: 1) Se l’arbitro è un cecchino, la VAR è la sua bussola: non ti lascia mai nel buio; 2) E se la partita fosse un puzzle, l’arbitro sarebbe l’angolo che finalmente mette tutto insieme. Avanti tutta, e che la prossima chiamata sia chiara come il VAR in null’altro che una palla a centrocampo.